Correvamo in mezzo ai campi di fiori selvatici intenti a catturare il vento.
Seppur la distanza a dividerci fosse così grande, sapevamo che quel moto leggero e fresco, quella brezza lieve e impalpabile, arrivava dal mare. E questo accorciava le distanze.
I pollini, intrappolati tra le sue mani invisibili, venivano mossi in un viaggio senza inizio, che porta vita laddove si fermi. In queste calde giornate di primavera, quei rivoli di brezza, quelle carezze inaspettate e confortanti arrivavano dietro il collo come sussurri, pronti a raccontarci storie lontane e sconosciute.
Correvamo in mezzo ai campi di fiori selvatici intenti a catturare il vento, ma quello che non sapevamo è che stavamo catturando la vita… trasformarla per sempre in ricordi.
La ricetta di seguito è di Csaba dalla Zorza, con alcune piccole modifiche.