Mangiami. Con gli occhi, con le mani, con la bocca, tu mangiami. Ma prima cercami, trovami e scoprimi, perché la presenza convive con l’assenza.
La luce dell’autunno è un crepuscolo soffuso e i colori si tingono di giallo, così accarezzami la testa e dimentica domani. Non c’è un’emozione che io non sappia immaginare: ogni istante si crea come un’architettura fatta solo di aneliti.
“Io e quelle come me, aspettiamo i miracoli”
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